Il racconto della serva Zerlina
Il racconto della serva Zerlina

Il racconto della serva Zerlina

Hermann Broch è l’autore di questo folgorante romanzo. Un autore il quale, qualora si studiasse la sua biografia, sembra quasi scrivere senza particolare interesse verso la scrittura, e per certi versi disdegnando il ruolo degli scrittori. Delle sue opere ho letto molto poco, ma “Il racconto della serva Zirlina”, Adelphi Edizioni, è secondo me una storia folgorante. Degna di essere annoverata tra le più grandi storie mai narrate.

Ho trovato il suo modo di scrivere molto interessante e sorprendentemente profondo.
L’idea di fondo della struttura narrativa all’apparenza sembra svilupparsi quasi per caso, quando questa serva in una pigra domenica entra nella stanza del suo ospite e comincia a raccontargli fatti di famiglia che la coinvolgono direttamente.

Il suo ospite, che tra l’altro non ha nome ma l’autore lo indica solo con una iniziale, ascolta distrattamente. Eppure dopo qualche pagina ci rendiamo conto che siamo noi i veri ascoltatori e veniamo ammaliati dalle sue parole, dimenticando che nella stanza ci possa essere un’altra persona. Provando quasi un senso di fastidio quando l’ospite la interrompe brevemente con qualcuna delle sue inutili osservazioni. Zirlina narra una storia frammentaria ma che si sviluppa in tutto il suo pieno potere.

Non solo, ma ci restituisce una immagine di lei, così com’era quando era giovane e così come è adesso che è vecchia. Alcuni passaggi della narrazione sono assolutamente un capolavoro di scrittura e trasmettono sensazioni fortissime. C’è tutta una pagina, per esempio, nella quale parla del tempo e delle cose che dimentichiamo. In questo discorrere mette l’accento sull’importanza delle cose che dimentichiamo per dare maggiore valore a tutto ciò che ricordiamo. Questa descrizione è un vero capolavoro.
Le parole della serva Zirlina mi rimarranno dentro per moto tempo, e mi daranno sicuramente modo di osservare con occhi diversi l’amore e il rimpianto che da esso potrebbe scaturire.

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